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FUNGHI TOSSICI E VELENOSI

Amanita ovoidea

Amanita ovoidea, Farinaccio

Farinaccio


Habitat: cresce gregario sia nei boschi misti litoranei sia, più raramente, nei boschi collinari di latifoglie, su suoli calcarei; specie termofila; in Autunno; gregario; molto comune.
Morfologia: diametro del cappello fino a 20 cm; da emisferico a convesso, solo in vecchiaia appianato o anche revoluto; orlo unito, spesso eccedente e appendicolato; superficie liscia, di aspetto serico, talvolta con placche membranacee; colore bianco-avorio con leggera sfumatura ocracea al centro con l’età. Lamelle fitte, libere, sottili; colore bianco, negli esemplari adulti compare una sfumatura crema-rosa. Gambo cilindroide, robusto, subbulboso-radicante alla base, liscio, pieno; colore bianco con fioccosità concolori; anello bianco, alto sul gambo, consistente ma presto dissociato in lembi di consistenza cremoso-farinosa; volva bianca all’interno, ocracea o ocraceo-aranciata all’esterno, membranosa, inguainante. Carne soda, bianca, giallastra sotto la cuticola; odore salmastro o di terra, sgradevole; sapore mite.
Osservazioni: è possibile confondere questa specie con le Amanita bianche velenose (A verna, A. virosa e A. phalloides forma alba) ma la consistenza cremosa dell’anello, il colore della volva e la taglia sono elementi utili per una sicura delimitazione. A. proxima è un sosia di A. ovoidea, che si differenzia per la volva più colorata, dai toni fulvastri fin da giovane, e per l’anello più consistente.
Tossicità: provoca intossicazioni da sindrome norleucinica a lunga incubazione, i sintomi si presentano da 12 fino a 48 ore dopo il consumo.