Come si modifica una pianta geneticamente?

Come si modifica una pianta geneticamente?

Come si modifica una pianta geneticamente? Una pianta geneticamente modificata è un organismo vegetale in cui sono state apportate variazioni nel patrimonio cromosomico con l’inserimento di geni appartenenti a organismi diversi. Il fine è quello di ottenere organismi più resistenti ai parassiti o ai climi estremi, aridi o freddi. La selezione e il miglioramento delle specie vegetali sono praticati da centinaia di anni, prima dai contadini nei campi coltivati e, in seguito, dai genetisti in laboratorio. Il metodo “tradizionale” per migliorare geneticamente una specie comporta una serie di incroci e reincroci per selezionare un certo carattere. Questo metodo, però, ha il limite di portarsi dietro tutta una serie di altri geni non di interesse con effetti spesso ancora sconosciuti. Per questo i genetisti preferiscono utilizzare le colture in vitro o le mutagenesi, ossia l’irradiazione con raggi X, raggi gamma, neutroni lenti e veloci o altri tipi di radiazione che, però, danno come risultato un numero limitato di esemplari che presentano caratteristiche migliorative. Oggi, però, la tecnica più utilizzata non è più quella del semplice miglioramento genetico ma della creazione di vere e proprie piante transgeniche, i così detti OGM. La modifica non è più lasciata al caso ma è specifica per un preciso gene. Per inserire frammenti di DNA nelle piante è possibile utilizzare metodi biologici, impiegando l’agrobatterio Agrobacterium tumefaciens, microorganismo capace di trasferire alcuni suoi geni alle piante e innocuo per l’uomo, oppure metodi fisici. In questo caso si sparano microproiettili ricoperti di DNA dentro le cellule vegetali.

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